vorrei



vorrei poterti entrare negli occhi
per strapparci dal cuore la tristezza,
fosse anche solo per un batter di ciglia
 
vorrei poterti sfiorare il viso,
per donarci il profumo di certe parole
e per un istante, sentire rifiorire immutati versi
 
vorrei potermi stringere a te,
vorrei che tu volessi stringermi,
un istante uniti, all’unisono nel tumulto dei cuori
 
vorrei starti per un attimo ad un passo
e insieme valicare il vuoto
al ritmo di emozioni intatte
 
e infine a occhi chiusi respirare
di fronte allo stesso orizzonte, in attesa
che si spengano le stelle di questa notte
 
vorrei...

 

 

( a Nicola )

per sempre



e fu sera...
occhi sfuggenti,
parole sagge e confuse,
ferite aperte su cuori già straziati
 
e fu notte...
senza rassegnazione,
campi sterminati di domande senza risposta,
ore oscure sopra noi, soli spenti da solitudine
 
e fu mattina...
lieve luce, rischiarò le ombre,
sfumate e silenziose sull’innegabile destino,
mentre pugni stringevano invano lacrime smarrite
 
e fu giorno...
si addensavano sospiri d’assenza,
mani avide setacciavano tra rovine di sogni,
in cerca degli ultimi impacciati avanzi di parole
 
e poi? e ora? e domani?
incontaminata nell’anima
sopravvive la sconfinata speranza
dell’insaziabile amore per l’amore  e...
 
… qui con me, sarai per sempre poesia!





due anime


sono qui, ti chiedo perdono
stamattina mi sono lasciata andare
alla disperazione,
il tuo silenzio mi fa impazzire
è da giorni che giochiamo a misurarci

la tua forza,  la mia debolezza
la tua fermezza,  la mia tristezza
le tue scelte, la mia ostinazione
la tua coerenza,  la mia confusione
i tuoi silenzi, la mia fragilità
 
dopo lo sconforto,  arriva la desolazione
e mi fermo, immobile, scatola vuota, senza forze
timida e indifesa  ecco si alza la voce del Cuore
sì, quella vocina zittita da giorni dalla signora ragione
che scruta la realtà e si vanta di recitare grandi verità
 
lui che vede oltre,  mi ha sussurrato
con calma le parole giuste
da tempo non volevo consolazione,
ecco uno scorcio di azzurro appare
tra la nebbia nera e la pioggia martellante 

fa male piangere tutte le lacrime,
ma  distrugge anche trattenerle
grande è la sofferenza per i gesti che cadono nel vuoto,
ma lo anche l’impossibilità di ricambiarli 

cercare di raggiungerti è faticoso,
ma lo è anche fuggire sapendo di farmi soffrire
se le  lacrime liberate alla fine consolano,
quelle trattenute sono laceranti

la rabbia per la scatola vuota
che ho riempito di illusioni e false speranze
è forte come il trattenere le mani
dal colmarla di tutto quello che avresti da donare
 
e se io corro sotto la pioggia
tu rinunci ad ascoltare la musica delle gocce
mentre io cerco di riempire il vuoto di te
tu non ti concedi di pensare a qualcosa di felice
 
io che voglio credere al destino
tu che lo beffi con le scelte da asceta
io che non mi rassegno e ti torturo
tu che accetti il sacrificio
 
hai ragione Cuore mio
se io sono senza lui
anche lui è senza di me
siamo due anime sole,  o solo due anime




ascoltami



spiegami, vorrei capire
dove sono fuggite le parole sensate
dimmi dove trovare risposte a domande assurde
questo silenzio rimbomba, fa  male
la sua eco stordisce tutti i sensi
 
consolami stasera, vorrei sparire
annegata nelle dolci parole di poeti innamorati
sepolta dai ruggiti di strofe colme di delusione
assordata dalle chiassose emozioni degli amanti,
offuscata e invisibile al mondo reale
 
asciuga le mie lacrime
tu che sai come ci si sente,
io non so più dove stare
sono folle senza più logiche,
mi vergogno se incrocio i miei occhi

non voglio vivere così
aggrappata ad un’inesistente speranza
senza un briciolo di dignità,
in bilico tra disperazione e infelicità
smarrita e sola, lontana da me stessa
              
ascoltami, come solo tu sai fare
accogli la mia confusione
donami un di po’ di pace
odio questi giorni affannati
fammi male se è per guarire

non ridere di me
sono nuda senza difese
errante in lidi sperduti
stanca di subire il mio vivere
stordita dalla mia voce
 
donami un ultimo istante
perdonami se puoi
aiutami in questo faticoso cammino,
da questo labirinto voglio uscire
prendimi la mano e riportami indietro
 
e per sempre ti ringrazierò


 

casa dolce casa


non ha pareti la nostra casa
il tuo abbraccio protegge già
tutto ciò che vale e amo
 
non ha soffitti la nostra casa
il cielo custodisce liberi pensieri
mentre voliamo dall’oggi al domani
 
non ha pavimenti le nostra casa
con te per mano, ovunque camminerò,
sassi, sabbia, asfalto o verdi prati
 
non ha finestre la nostra casa
spalancati e limpidi ci affacciamo
a riposare un poco da questo mondo
 
non importa dove sono nord, sud, est, ovest
dovunque, dentro, fuori o attraverso
non sarebbe “casa” senza te


riflessioni contromano


 
annego
martellanti minuti
nel vuoto dei giorni
 

pensieri ripudiati
partoriti da madri sterili,
graffiano la mente
 
deliranti ricordi colano,
immagini distorte
inondano la scena
 
mi appiccico un sorriso
e... maschera di tristezza
...mostro !

.

il suono del silenzio





immobile davanti al tempo
svuotata, riempita, a galla
sul rumore delle mie parole

scruto l’acqua nel blu del cielo
rinchiusa nelle nuvole, mi tuffo
nel profondo, cerco un tesoro

nuoto, senza il timore di annegare
nel vortice trovo ricordi sfilacciati,
da andate e ritorni di onde senza meta 

approdo in quella spiaggia,
nessuno abita lì, solo noi e loro,
sole e luna che si raccontano

disegno sulla bianca sabbia
il nero profilo di giorni inediti
indugio invano aspettandoti

infine, trattengo il fiato
gustando il suono dei tuoi silenzi
che da sempre mi parlano di te




ti aspetto qui




anima mia
le mie orecchie, la mia pelle, ti cercano, ti avvertono,
lì, sul filo della ragione, dove sei? dove ti nascondi? 

vivi
nei pensieri seppur fuori dalla vista,
mi son persa dietro un angolo, tendimi una mano
 
riprenditi
la nostalgia dei giorni
che hanno marchiato per sempre la carne
 
soffermarti
sul pensiero effimero, che spinge
oltre la soglia, per seguire il profumo ricercato da mesi 

cercami
nella poesia dei giorni inediti,
favole intessute per sopravvivere senza te
 
sussurra
il mio nome e lascia
che dipinga un lieve sorriso sulle labbra
 
accarezza
mente e cuore di  questo fiore,
bocciolo nuovo, germogliato da amore sincero
 
concediti
di affezionarti all’idea di noi, uniti per un istante,
fosse anche solo per provare al mondo che ho torto
 
assolvi
l’imperfezione del mio vivere,
appesa all’altalena di impalpabili chimere
 
raggiungimi
nel giardino di abbagli e grovigli di parole
per un minuto, quando vuoi, io ti aspetto … ti aspetto qui
 

 

 

quando tu

quando stanco
aprirai la mia porta
acqua di rose diventerò
e inonderò il tuo corpo
colando da una brocca argentata

quando assetato
sentirò il tuo cuore
in calice mi trasformerò
e dalle dolci labbra decifrerò
l’enigma per dissetare il tuo spirito

 
quando inquiete
le mani mostrerai
lascerò fluire le parole,
come  filtro  le depurerò
fin quando uno sorriso lieve vestirai
 
quando affamato
il corpo cibo chiamerà,
colori e sapori fiammanti
solo per te inventerò, mentre tovaglia
fresca di bucato per la cena indosserò
 
quando il sonno
tarderà a raggiungerti
ombra lieve invocherò
a coprire le palpebre, scrigno
di tesori amati e veglierò sul tuo riposo
 
in questo  sogno
di occuparmi di te
ascolta il mio cuore che ride
in questo pazzo dono d’amore,
che ahimè, non ti ho mai potuto fare




 

il tuo ufficio




l'ufficio è deserto
respiro per un millesimo di secondo la tua assenza
non ho tempo per fermarmi a pensare a te,
troppe persone mi osservano,
aspettano lo show, sono pronta,
ho le carte in regola, mi sono preparata  a lungo, 
soprattutto per te
 ...
è sera  l'ufficio ora è quasi  buio
ecco posso concedermi di guardare attraverso i vetri
nuovi quadri posati con cura, colpi di luce e colori...
quadri, colori, chissà se ricordi quanto li amo
qui ogni cosa  ha un suo perché, mi spiegasti un giorno,

allora gli occhi accarezzano ogni oggetto, ogni curva
indugio sui particolari alla ricerca del tuo segreto
il mio cuore ti cerca, in ogni anfratto
e con sollievo, alla fine trovo anche il “nostro sasso”
il tuo ufficio deserto, stasera mi ha parlato di te 

(per quella che, allora non sapevo, era l'ultima volta)



13/10/2008


a volte


a volte … la guardo,
si sofferma occhi al cielo,
insegue contorni di nuvole
smarrita nei profili silenziosi

sorride,
sospirando dipinge
caldi tramonti estivi,
pennellati nel cuore

volteggia
nel batter di ciglia,
in compagnia dello stormo
che rientra al calar della sera

sussurra 
melodie alle onde,
spingendo l’anima
sul pontile,  in attesa di partire

intrappolata
nella ragnatela
da fuochi fatui
che danzano rubandole colori
 
vola via
a piedi nudi
per non franare
nell’oblio del presente 
 
A volte...  vorrei riuscire a tenerle compagnia




 

notte di note


ho allungato
le braccia nel velluto della notte
geme il silenzio,
sconosciuta melodia
 
ho raccolto
nel cesto le stelle cadute
piangeva il cielo,
sorrideva la terra
 
ho racchiuso
in soffitta il sogno di fanciulla,
dolce lacrima
accarezza il suo cuore




cromoterapia



arco etereo,
stupore bambino
si disegna dalle labbra al cuore
 
volta di meraviglia
si specchia riflettendo i toni
dell’affine gemello
 
anelli nel cielo
di pioggia e sole, raro istante
noi lambiti da lacrime di luce
 
lenti sfumano alla vista
mentre li racchiudo in un dipinto,
suggello di emozioni sospese
 
trepidante equilibrista corro
sull’alto filo delle corde del cuore,
vibrazioni  immutate da me a te


nell'arco di un viaggio




rotolano le gomme
sul nastro grigio
mio unico compagno
 
scavalco montagne,
ad ogni curva sorprendo
ciò che è sempre stato lì
 
suoni inattesi, occhi dilatati
fiato corto, poso il cuore
sullo specchio del lago
 
ritrovo i sogni
nel mattino verniciato
di saggezza e speranza
 
rubo i colori ai fiori,
il brio alle onde increspate,
sospiro entrando nei tunnel

per raccogliere all’uscita
cartoline spiegazzate
da rispedire al mittente