ritagli

 
 
nei silenzi dell'anima
si annidano melodie lontane,
vorrei saper sprofondare
per coglierne il senso
e forse, trovare...

senza posa


in questa stanza
stasera c’è odore
di tristezza
lampi di nostalgia
balenano

affannata
mi aggrappo
a spirali di nulla
colanti da crepe
del cielo

mani scorticate
stringono le corde
di un’altalena 
di presenze e assenze
dalla quale, non so più scendere


forse domani


 
calmo stamattina è il ruscello
lento accarezza le rocce di sempre
mentre il sole gioca con le nuvole,
allunga le ombre, per poi farsi attendere
 
cascatelle quiete, quasi silenziose
non riescono a spingere lontano
le pigre foglie, che adagiate sul letto
girano e rigirano senza fretta di finire
 
anche una foglia aggrappata
ad un invisibile ragnatela
spaesata ondeggia
senza farsi domande
 
stanca, ma lieta, trattengo tutto
sostenuta dalla brezza d’autunno
stringo uno scialle di pensieri
per scaldarmi, mentre  aspetto domani
 

 

innamorati per sempre



Lui accanto a Lei
“E’ bello averti vicino”
Le loro mani sono strette
“Non ci separeremo mai"
Passeggiano lentamente           
“C’è tutto il tempo”
Ogni tanto si cercano
“Occhi negli occhi”
Sorridono
“Sei sempre bellissima”
Quel bacio fugace
“Grazie Tesoro”

Sono un’ intrusa, sono abbagliata
E’ cent’anni che si amano
E’ cent’anni che si sussurrano
E’ cent’anni che si sfiorano
Il  loro amore non ha età
  
(a papà Beppe, che non ho visto invecchiare vicino alla sua Teresa)

tra righe a quadretti




geometrie informi dipingo,
ritagli di pensieri disperdo,
mentre mi scopro
ricoperta di nulla,
senza parole,
l’inquietudine è padrona,
come polvere scivolo sul tempo,
tra le righe di un giorno qualunque,
ritrovo un pensiero per te

ho buttato


 
ho buttato i pensieri
nell’acquario e poi
mi sono seduta in poltrona
tra comodi cuscini
e ora li rimiro, senza fretta
 
il respiro si calma
mentre li osservo, sono quieti,
girano e rigirano senza regia
cambiano il solito percorso,
la prospettiva si fa magia
 
tutto è leggero, è un soffio
i grandi sono lenti
svolazzano gli orli
sul dorso imponente
di pacifiche mante
 
altri son trasparenti, si aprono
e richiudono con lunghe code
splendidi fiori di medusa,
letali, inafferrabili tesori
 
i piccoli più veloci, fosforescenti
e sfuggenti, brillano preziosi
lacrime scendono e poi salgono,
piccole gocce d’aria nell’immenso blu
 
tutto è alla rovescia, le regole s’invertono
nell’acqua tutto torna a posto
trovo il senso di questo sali-scendi
confusa triste, ma finalmente a casa


nevica



piccolo fiocco di neve,
gemma lucente
ti sei posato stasera
tra canuti pensieri, a riposare 

lì vicino, un fratello
e un altro ancora,
tanti avvolgenti  ricordi
infreddoliti nel gelo...
 
si scosta la tenda
dietro il vetro,
occhi cercano l'orlo
di quest’immensa coltre

gli occhi a fessura
il cuore sospira, il respiro
si fa sorriso, tutto dorme,
anche il tuo profumo sotto la neve 

come il profumo di Primavera!

sconnessa


…e alzo gli occhi
per il rombo di un aereo,
per uno stormo rumoroso,
sorprendendomi invidiosa
della purezza di lacrime
arrabbiate che lavano
la terra immonda
…e scruto l’orizzonte
marinaio perso in cerca
di una rotta ignota
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

caffè per me



infilo monete
premo il tasto,
scende il bicchiere
cola bianco il latte,
poi si colora, di caffè
attendere prego
crocchia lo zucchero,
ultimo il -toc- della paletta
prelevare grazie
giro, giro con cura
socchiudo le labbra
sorseggio lentamente
è caldo, come piace a me
gusto fino alla fine
la pozione magica
per quesiti irrisolti,
sbircio il fondo
butto il vuoto,
disperdo i pensieri,
ritorno in me, dopo il caffè
io… che non ho bevuto te.


 

grigia agonia




mi lascio cullare da questo vento di mare
seduta sulla riva, mi fa compagnia,
non ho, ahimè, ali bianche di gabbiano,
solo la sua ombra sfiorandomi, mi trascina
e inebria, in quel fugace baleno di volo

non ho la pazienza del mare,
che accarezza le rive e da artista esperto
liscia e lascia il segno sulle rocce,
provo solo a domare pensieri che fuggono
mentre ancor m'incalza il vento di mare 

lascio che lento il sole, baci la mia pelle
e fissi per sempre le cicatrici
di quest'inquietudine,
non come un temporale estivo
che arruffa, spruzza tutto e se ne va

non mi sorprende la sera la luna
che s‘imbroncia, mentre le nuvole velano
la sua malinconia, mi sorprende la velocità
con cui t'insinui nei pensieri e la lentezza
che mi spinge a piangere ancora poesia