grigia agonia




mi lascio cullare da questo vento di mare
seduta sulla riva, mi fa compagnia,
non ho, ahimè, ali bianche di gabbiano,
solo la sua ombra sfiorandomi, mi trascina
e inebria, in quel fugace baleno di volo

non ho la pazienza del mare,
che accarezza le rive e da artista esperto
liscia e lascia il segno sulle rocce,
provo solo a domare pensieri che fuggono
mentre ancor m'incalza il vento di mare 

lascio che lento il sole, baci la mia pelle
e fissi per sempre le cicatrici
di quest'inquietudine,
non come un temporale estivo
che arruffa, spruzza tutto e se ne va

non mi sorprende la sera la luna
che s‘imbroncia, mentre le nuvole velano
la sua malinconia, mi sorprende la velocità
con cui t'insinui nei pensieri e la lentezza
che mi spinge a piangere ancora poesia


 

Nessun commento:

Posta un commento