l'asceta e la fanciulla




 
ti sei rinchiuso nel castello di cristallo,
ho infranto le ali, abbagliata da riflessi,
avrei rinunciato all’aria, per dar respiro a te
 
 
hai sprangate porte e finestre,
ho attraversato accessi segreti
sconosciuti a tutti e sono arrivata a te
 
 
hai bendato i tuoi occhi,
non  servono sguardi per scorgermi
come il “principe” sai vedere con il cuore
 
 
hai legato le mani dietro la schiena,
mentre braccia imploranti si stringono
al petto, celando cicatrici di spine
 
 
hai inutilmente tappato le orecchie,
ti raggiunge la voce del cuore, in canto
di melodie per consolare le nostre anime
 
 
nella torre più alta, triste prigioniero,
hai chiuso occhi e orecchie, legate le mani
e accettato in silenzio … le mie torture


nel giardino che nessuno sa



Ti chiedi mai dove sono finiti la Fanciulla e il Giardiniere?
Io me lo chiedo spesso...
E da qualche giorno ho questa immagine negli occhi.
Lui ha abbandonato il giardino assorbito dalle attività dell'Asceta che è imprigionato da mille affanni  che lo consumano.
Lei si è vestita da giardiniere e si sta occupando di un sacco di  cose, ha un giardino tutto suo che è il suo rifugio.
Sono tutti e due occupatissimi.
Lei pensa spesso a Lui.
Prima di decidere di occuparsi del giardino ha vagato in tanti luoghi scuri, brutti e polverosi, rattristandosi e sporcandosi solo per farsi male, cercando invano risposte a domande impossibili, urlando ai sordi il suo tormento, torturandosi per la tristezza profonda del  giardiniere vestito da asceta.
Dopo tanti giorni tristi, dopo tanti giorni dolorosi, dopo tanti giorni di sbandamento, dopo tanti giorni sola,  infinitamente sola, una mattina un Raggio di Sole, l'ha condotta al cancello di un giardino e lei ha capito:
Inutile cercare di trovare un posto dove incontrare il  Giardiniere,  è lì il loro posto, in giardino!
Inutile affannarsi a cercare il tempo , il tempo è dentro di loro.
Inutile tentare di raggiungere il Giardiniere imprigionato dal triste Asceta
Inutile cercare di sporcare tutto, le perle anche se infangate rimangono perle, ed è così che lei considera i momenti assaporati con il Giardiniere, sia quelli veri che quelli sognati, non c’è differenza perché vissuti tutti con il cuore aperto con purezza, sincerità  e dolcezza infiniti.  
Inutile distruggere i fiori che crescono,  ci sono boccioli ovunque, è primavera!
Inutile cercare di cancellare la felicità, la trepidazione, la gioia, la sorpresa costante dei giorni trascorsi gustandosi parole che viaggiavano ovunque.
E' di quei “giorni” che lei si sta occupando e sono come tanti semi.
La fanciulla, appena ha un attimo di tempo, li sta seminando  nel giardino in attesa della fioritura, non sa cosa nascerà, l’importante è curarli perché così facendo cura il suo cuore e si stente utile a qualcuno.
Quando esce dal giardino dona sorrisi a chi incontra, o almeno ci prova, fa il possibile perché si è odiata i giorni del buio, quando scontrosa e chiusa in se stessa odiava il mondo.
Quando esce dal giardino è rigenerata e questa è la sua forza, ora guarda le persone con occhi nuovi , non è più la stessa non potrebbe più tornare come prima.
Il giardiniere le ha dato nuova linfa, l’ha spinta verso nuovi orizzonti e credendo in lei,  l’ha valorizzata.
Lei si sente una persona vestita a nuovo.
Va spesso nel giardino perché lì può, curando ogni filo d’erba, accarezzando i nuovi germogli,  annusando nuovi profumi, scavare in se stessa con calma e serenità.
Sta cercando una nuova strada sta cercando di riordinare tutto, dal suo risveglio tante cose si sono spostate è disorientata, ma fa parte della sua nuova -professione-
Quando esce dal giardino è piena di buoni propositi, che spesso mantiene.
Quando rientra in giardino è perché si sente scoppiare, perché sente le lacrime tornare, perché sente la tristezza prendere il sopravvento, perché sente il desiderio di tornare, il desiderio di un po’ di felicità.
Rientra quando si sente sperduta nelle strade di tutti i giorni,
Rientra quando sente ritornare con l’eco  i richiami che manda al giardiniere, è sempre e solo la sua voce che sente, sono sempre e solo le sue parole quelle pronunciate.
Lui è la fuori, ma lei non sa più dov’è, non sa più dov’è lei.
Non sa che fanciulla sarebbe accanto al giardiniere, ma ha smesso di chiederselo.







all'anima mia





 
 
non chiudere gli occhi ora
ricorda, è come quando aneli
quel sospirato tuffo in acqua
e non vuoi perderti il brivido

non immergiti nel sonno
nuda o vestita lo sai,
il più bello dei sogni
è quello che fai ad occhi aperti
 
non inseguire pensieri polverosi
ed inesplorati, che ti conducono
nel paese della memoria
E lentamente all’oblio di te
 
abbandonati nell’arco di braccia
che si aprono, con forza ti accolgono
non chiedono nulla in cambio
se non di essere lì, attorno a te
 
e quando infine ti addormenterai
il calore della “sera” ti scalderà
nella notte fino al nuovo mattino
non aver paura, anima mia
 
domani è domani
e noi… siamo tornate a casa

ombre d'anime in chat

 


chissà quante colline, monti, acqua, tra noi
come possiamo sentirci così vicini

non ho mai ascoltato la tua voce
perché talvolta odo vibrare la tua pelle 

immagino i lineamenti del tuo viso
sai che mi accorgo quando sorridi 
 
sono rapita quando pronunci il mio nome
vorrei vederlo fiorire sulle labbra 
 
da aspirante poeta infilo collane di parole
le rubi assetato, cleptomane, sei mio ostaggio 

io malata d’amore ricerco medicine
tu dottore pianista, per me suoni quel vecchio pc 

quando straccio a brandelli ciò che resta di me
sai convincermi, riprendo ago e filo e mi ricucio 

assetata di lacrime vorrei navigare sconsolata
poi sorrido con te, dolce, che fai l’imbranato 

così smetto di rincorrere tristi pensieri
e gioco a spiegarti come annodare la  sciarpa 
 
rimani nella testa, senza far rumore
mentre sbricioli il tuo spirito senza pretesa o paura 
 
il giorno non ci appartiene, siamo ombre nella notte
le dita sfidano spazio e  tempo, le mani parlano
 
noi… due soli che giocano a rendere eterni momenti unici
togliendoci la maschera, noi... nudi nella notte 
 
 
 
 
 

domenica


 

Stamattina nel mio solito giro lungo il ruscello ho incontrato un po’ di gente, salve  salve” un sorriso, un cenno e avanti...



Arrivo poi nei pressi della fonte, un tizio sta riponendo nel bagagliaio della macchina l’attrezzatura da fotografo.

Non resisto e gli chiedo “cosa ha fotografato ? fiori ?”

E lui mi risponde timido “… no, no, acqua, solo acqua, acqua in movimento” e nel dirlo un sorriso illumina il suo volto per un istante velocissimo,  ma la confessione a una curiosa sconosciuta di questa sua “passione” lo fa richiudere.

Vorrei fargli mille domande, mi piacerebbe vedere le foto, ma rispetto la sua timidezza e ringraziandolo mi allontano.
Ma le sue parole, la sua confessione mi seguono.

Fotografie di Acqua in movimento …
La fotografia è l’emblema dell’immobilità:
Acqua in movimento ferma, bloccata in un’immagine.


Sembra come quando ricerchi una parola, una frase per fermare, cogliere un’emozione, e nel rileggerla vorresti che ti riportasse a quell’attimo fuggente.
Se per caso la “regali” il dubbio che non trasporti esattamente l’atmosfera in cui è nata ti insegue.
Una volta un amico nel leggere delle mie “parole” che volevano racchiudere un attimo indimenticabile mi disse una parola: “Ambra”
Per un attimo rimasi ferma, basita, in subbuglio, allora  lui mi spiega, l’ambra racchiude per sempre immutato ciò che cattura, allora ho capito… forse c’ero riuscita…
“Parole” racchiuse nell’ambra possono trasportare l’emozione immutata … sia essa gioia dolore tristezza o amore!



… Fotografie di acqua in movimento
… Emozioni intrappolate nell’ambra
... Poesie