chissà quante colline, monti, acqua, tra noi
come possiamo sentirci così vicini
non ho mai ascoltato la tua voce
perché talvolta odo vibrare la tua pelle
immagino i lineamenti del tuo viso
sai che mi accorgo quando sorridi
sono rapita quando pronunci il mio nome
vorrei vederlo fiorire sulle labbra
da aspirante poeta infilo collane di parole
le rubi assetato, cleptomane, sei mio ostaggio
io malata d’amore ricerco medicine
tu dottore pianista, per me suoni quel vecchio pc
quando straccio a brandelli ciò che resta di me
sai convincermi, riprendo ago e filo e mi ricucio
assetata di lacrime vorrei navigare sconsolata
poi sorrido con te, dolce, che fai l’imbranato
così smetto di rincorrere tristi pensieri
e gioco a spiegarti come annodare la sciarpa
rimani nella testa, senza far rumore
mentre sbricioli il tuo spirito senza pretesa o paura
il giorno non ci appartiene, siamo ombre nella notte
le dita sfidano spazio e tempo, le mani parlano
noi… due soli che giocano a rendere eterni momenti unici
togliendoci la maschera, noi... nudi nella notte
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