il profumo dei silenzi


basta un suono
un profumo, un niente
scacco matto, gioca il tempo
 
scaccio i malinconici giorni
e torno là, dove ci rapirono
prati irrigati da mille parole
 
mi muovo a rallentatore
ballerina appesa alle nuvole
con infiniti fili di pioggia
stendo il tuo nome
sul palmo della mano
e poi soffio piano piano
 
vola silenzioso, ondeggia
mi prende per mano, mi porta via
piango, rido, sfioro presagi da te a me

sussurro preghiere, semino fiori e colori
tremano i cuori, ma poi... l’eco si spegne
dentro lagune di solitudine

ritorno qui, tra le mura del giardino
e so che mi mancherai
per sempre mi mancherai
 
e …
mi mancherà quella rosa
che mai vidi
tra le tue profumate mani





(fotografia di Lorenzo Cordini) 

sull’orlo di... una piscina


stesa a terra...
è così caldo il pavimento,
chiudo gli occhi,
il respiro si calma

tutto è sotto controllo,
il cielo mi riveste
lascio che il sole
esamini ogni angolo,

la pelle brucia
io, spogliata, derubata,  
al limite
ora... la mano sfiora l’acqua

la piscina, da silenziosa
lentamente s’increspa,
un brivido contagioso
frantuma tutto

due gocce sfuggono,
come tentacoli
arrivano laggiù nel nulla
dove incalzante rimbomba

il rumore della nostalgia

ancora per un po'

Arriva la luce
che scaccia le stelle
Quel gallo lontano,
pace non ha
Uccellini vi prego
ancora un momento
Sto sognando il mio Amore
lasciatemi qui
Tra le azzurre lenzuola
stropicciandomi ancora
dissetare  il mio cuore
un poco vorrei
Quel sogno leggero
svanire non può
Voglio stringerlo ancora
Ancora per un  po'


notte amica mia


aspetto le sere come questa
l’aria è fresca dopo la calura,
braccia appoggiate al davanzale
non ho fretta che arrivi il domani
 
grilli instancabili accompagnano
lucciole che danzano, leggere vanno a zonzo
disegnando schemi inspiegabili a miei occhi,
laggiù, nel prato, a due passi dal mio cuore
 
contemplo il buio seguendo nuvole
che pigramente si infilano a letto,
notte rifugio ai tormenti del giorno
allunga silenziosa le tue ombre su di me
 
spogliami dalla realtà
che rinnego e che ogni giorno
mi sconfigge, fallo piano senza rumore
perché il sogno penetri le membra stremate
 
non sgretolare
quei nascosti desideri, tesori protetti
da sole invadente, lasciami sotto le tue coltri
a leccarmi le ferite senza grandi pretese
 
mostrami infine nel manto stellato
la mappa del beffardo destino
spargendo luminose briciole
per scovare un giorno il perduto sentiero



 

occhi famelici


soffoco
la voce della mente,
che reclama attenzione
non ascolto
il cuore sfinito,
che lacrima deluso
non oso abbandonarmi
all’urlo del mio corpo,
che si rispecchia nei suoi occhi