Turnà 'ndrè (per la me Rosa)
Corer corer derè de 'n nigol culrat
e po' corer amò fina a lahà 'ndre 'l fiàt
Ma te haret mia straca, dam lè tò mà
nom aànti amò 'n po, a corer e a giugà
Fom amò 'n giro tondo come i gnari picinì
e gira e gira e gira el co che quasi 'n burla zo
Quando hirem a l'asilo, adeh che ghè penhe drè,
ghira la suora che la me usàa hemper drè
Che bèl harèh nà enhèma ola balingòta
rider, cantà shèrshà e penhà a negota
Tè hè regordet chèl mivalino chèl dopràa èl bubà,
el vignìa a l'asilo e toi du èl ghè portàa a cà
Anche le foie lè gira per le folade
le tò bele trehine iè tote dehpetenade
L'è pahada ala hvelta la pio bèla età
henha penher e henha penhà al domà
Ma eta la perduna quasi mai
adèh en hè grancc e quasi ècc ormai
Ma va be, la va be anche ihè hegotom a corer
enhà e lià... e apena per ènco.... lahèm pio nà
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"Torna indietro" (per la mia Rosa)
Correre correre dietro a una nuvola colorata
e poi correre ancora e lasciare indietro il fiato
Ma non sari stanca, dammi le tue mani
andiamo avanti ancora a correre e a giocare
Facciamo un giro tondo come i bambini piccoli
e gira e gira e gira la testa che quasi cadiamo
Quando eravamo all'asilo adesso che ci penso
c'era la suora che sempre mi sgridava
Che bello sarebbe andare insieme sull'altalena
Ridere, cantare, scherzare e non pensare a niente
Ti ricordi quel mivalino che usava il papà,
veniva all'asilo e tutti e due ci portava a casa
Anche le foglie girano per le folate
le tue belle treccine sono tutte spettinate
E' passata alla svelta l'età più bella
senza pensieri e senza pensare al domani
Ma la vita non perdona quasi mai
adesso siamo grandi e quasi vecchi ormai
Ma va bene, va bene anche così continuiamo
a correre di qua e di là... e appena per oggi...
non lasciarmi più andare
(Paolo Zambonardi - 2007)
profumo di parole
ho dipinto con le parole splendidi paesaggi accordando i colori ai moti dell’anima, sorridente e persa in chissà quali chimere ho volato in questo mondo senza confini, denso di sfumature e di profumi di ogni angolo della terra reale o immaginato ti ho cercato nelle corse a perdifiato del vivere, nella gioia che lucida gli occhi, nella nostalgia che dà sollievo che straripa, inonda, disarma e appaga e ora passeggio scalza, il profumo del vento mi accarezza tu sei presente intravedo i tuoi occhi nei riflessi del sole il sogno gioca con le onde in uno stupendo abbraccio sul filo dell’acqua, l’anima si espande tu sei ovunque, tu sei qui con me
in un angolo di cielo
mi perdo nei cieli
mentre liscio il tempo
delle vacanze e rischio
di perdermi –ancora-
nel contorni sfumati da te
instancabili occhi rovistano,
inseguono forme e toni
inediti e incredibili
che non so più trovare,
ho perso i tuoi occhi
naufraga mi aggiro
tra nuvole e raggi silenti
accumulo e rilascio tutto
germogli, fiori, frutti e ombre
di giorni maturati, senza sole
sospesa mi guardo allontanarmi
lungo una linea sbiadita
sulla tela del tempo,
mi manchi, mi manco
dietro quale angolo di cielo sei?
la fotografia è mia, scattata dalla riva bresciana del lago di Garda.
riflessi di donna
cercavo uno specchio,
nulla faceva al caso mio poi un baleno, mi ricordo, in cantina forse… non riesco a pulire quella ragnatela del tempo, i tarli incorniciano onde e ombre che piano piano si rianimano mi scorgo riflessa nel racconto di Donne che prima di me si sono perse e ritrovate nei tuoi abbagli ci stropicciamo labbra, ci proviamo un sorriso, appoggiando un gioiello per ornare il viso specchio che da sempre inquadri baleni di gioia, di dolore, lacrime e amore, in dolceamare storie di carezze concedi anche a me la pazienza, la saggezza la soffice emozione di giorni pettinati… uno alla volta
(dedicata alla mia suocera, che mi regalò lo specchio...... )
gira la giosta gira
“gira
la giostra gira”
ci sono stati giorni in cui
impotente soffrivo per la tua confusione
e quelli in cui non riuscivo
nemmeno ad immaginare
l’afflizione che ti ammutoliva,
sai che non volevo graffiarti con la mia
allegria
gira la giostra gira
ho temuto di ferirti mille volte
quando pagliaccio inseguivo i tuoi rari
sorrisi,
ho pianto ascoltando i tuoi silenzi
ho sparso briciole di me ovunque
pur di mostrarti la strada del mio cuore,
mi sono disperata cucendo un inutile addio
gira la giostra gira
quando ti sentivo assorto incapace di
accogliermi
impotente di fronte alla catena dei giorni
senza ritorno
cercavo di portati nel mio giardino
volevo donarti un sorso d’acqua
a tutti i costi, anche a costo di sparire
per sempre
e ti ho perso, senza mai averti avuto
gira la giostra gira
oggi la giostra è girata
niente mi dà consolazione o pace
anch’io ho provato
la confusione totale
ho capito cosa sia lo sconforto
e mai come ora ti sento vicino
13/10/2008
Lei, Lui e il fiore
Lei stupita
guarda in su,
quella bocca
di leone,
chi può
spiegarle come
fiorisce
dal cemento?
chi nutre
le sue radici?
Un fiore
pare non aver
bisogno di
nulla,
regala fiori
e colori,
senza
frenesia, senza urgenza
senza
schemi ne progetti
Lui ha solo
occhi per Lei
non sa
vedere oltre il fiore,
non ne
immagina il profumo
ha forse
solo paura di perdersi
in un’emozione
nuova
ispirata da Chiara, Fabio che guardavano una bocca di leone nata tra il cemento del balcone
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