croazia 2016




Alla fine di una vacanza metti sempre in valigia un po’ di nostalgia e riponi nelle fotografie che hai scattato l’illusione che nel riguardarle, per un attimo possano riportarti là, come se tempo e spazio non esistessero.
Ho fatto tante fotografie ai paesaggi stupendi che la Natura ci dona, ma chi mi conosce sa che non sono il mio forte, a me piacciono i dettagli, i piccoli scorci, ma soprattutto le persone che li animano…
Nell’ultima mattina di questa vacanza, dopo una notte di pioggia e vento, lo spettacolo di questo nuovo giorno era veramente mozzafiato, non riuscivo a fare altro che guardare il mare con queste onde forti che si infrangevano con una forza e un fragore impressionanti, il rumore zittiva qualsiasi pensiero,  e le miriadi di colori che il sole impastava con il vento e il mare, saziavano la mia sete perenne di fare…
Volevo solo essere lì, sottomessa a questa Natura selvaggia che mi immobilizzava con la sua magnetica energia…
Poi arriva in questa radura una famiglia, mamma, papà e tre ragazzi. Abbandono il mare e seguo loro con gli occhi, i ragazzi scendono lungo la scogliera fino al mare, sotto lo sguardo vigile dei genitori, e si avvicinano alle onde impertinenti che cominciano a schizzarli ovunque, il gioco è fatto… che felicità nell’attesa di quelle onde, nell'essere travolti dalla schiuma bianca, nel timore di quel forte risucchio, una gioia smisurata e travolgente…
Come risvegliata dal torpore prendo la macchina fotografica e con il consenso del papà (che non parlava una parola d’inglese e io tantomeno di austriaco) inizio a scattare colma di un’euforia contagiosa.
Ed ecco la foto magica di queste vacanze, quella con le emozioni vere, quella che non ha bisogno di nulla perché parla da sola….







alla finestra


(Quadro dipinto da Marina Palpati)




...e poi c’è quella finestra aperta
le tende svolazzano
sembrano prendere il volo
non si chiude, non più…

entra aria fresca, il blu del lago,
l’azzurro del cielo, le nuvole
perfettamente spettinate,
riccioli biondi e occhi verdi da cerbiatta

aspetto gli aironi e il loro richiamo,
gli occhi della mente già li scorgono
si rincorrono per posarsi là, dove si riposano
e lasciano scorrere il mondo

aspetto le parole che sentiamo,
ma che corrono lontane senza fermarsi,
lasciano la scia dei giorni di sereno
e inseguono l’onda rotolare sui sassi

spalanchero' quella finestra
nei giorni del freddo,
nei giorni grigi e scuri, quando
la civetta vestirà la paura e la stanchezza

ora ripongo le valigie, le cose a posto
spazzo la polvere da casa
un nuovo profumo la pervade

ecco, io lascio aperta la finestra!