gosth
fantasma ti aggiri e rigiri dentro me
catene arrugginite stridono incessanti
marcia funebre di una fine fatale
ombra scura disperdi il mio sorriso
lampo fulmineo rischiari la notte
ultimo baleno di agognante speranza
non voglio lasciarti libero
non voglio pace o consolazione
voglio agonia per un cuore infermo
voglio ancora il suono della tua voce
mi accontento dei ricordi che stingono
trasudo lacrime pungenti senza senso
loro non possono capire lo sgomento
mi accarezzano con straziante calore
nelle loro mani, mi dovrei abbandonare
altalena di presenze e assenze interminabili
nascondo agli occhi attenti il nulla che mi invade,
si affannano per me, io lo farei per loro
scrutano inebetiti e confusi
il mio triste vagare tra tenebre oscure
teatro sprangato, sipario vuoto
paralizzata dalla lontananza abissale
percepisco il tuo vagare, mi raccontano le gesta
avverto solo tua solitudine avanzare
immobile e sgomenta rimango per ore ad ascoltare
mente e cuore che discutono, quanto fa male
ragione e amore, solo tu li potresti accordare
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