deserta


riarsa vago da giorni,
senza meta, senza fine
pelle che crolla a pezzi
 
carne scolpita da aridi solchi
occhi bruciati, non guardano più
bocca secca, senza parole
 
fauci fameliche, sbranano chi mi sfiora
dal cuore colano lacrime amare
stalattiti salate che trafiggono il petto
 
tu fonte d’acqua vitale
origine della sete, calmante del desiderio
tu goccia negata da mille secoli ormai
 
lontani quei giorni
quando godevo d’acqua leggera e sorridente
chiudevo gli occhi, mi lasciavo penetrare
 
tu mia acqua
ti diffondevi dentro di me
lenivi ogni delusione, ogni dubbio, ogni spasmo
 
gioivamo di spontanea freschezza
nelle nostre mani unite
calici lucenti, brindisi ai giorni insieme
 
mi spingevi sicuro, verso nuove onde
ignara dei pericoli, incurante della paura
ho voluto credere alla tua voce calda e suadente
 
ho nuotato lontana da sponde sicure
verso te, ignoto orizzonte
sorda ai richiami dei saggi pensieri
 
su quest’isola arida mi aggiro sola
fantasma di giorni mai consumati
cercando di ingannare il destino
 
foglie secche le mie mani scrutano il cielo
radici stanche cercano ancora acqua
fino a quando fiore nel deserto rinascerò


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