dolcemente ti bacerò




 

 
adagiata in un tiepido prato
pensieri capricciosi s'ingarbugliano,
nuvole di panna montata si rincorrono
primavera di fiori riversa i sensi,
chiude gli occhi inseguendo una lieta canzone
 
un leggero profumo di gelsomino
annuncia un uomo silenzioso,
sarà il giardiniere o l’asceta
a lei non importa, lascia correre il vento
che la scombina, senza aprire gli occhi
 
le raccoglie i capelli tra le mani
avvicina le labbra alla fronte
tace, non la tocca, non la sfiora
ora le labbra lambiscono le tempie
lentamente raggiungono la sua bocca
 
non apre gli umidi occhi, domandandosi invano
perché non si lascia tentare da quel bacio
avverte il calore della pelle
altro contatto non c’è, solo la sua mano tra i capelli
e libere lacrime, specchi di anime in volo
 
in uno scorcio d’inverno il giardiniere
le regalò quel sogno sfuggente
poi, perdonandosi le promesse
se ne andò,
asceta per sempre
 
lei lo accolse in grembo
 lo ricamò, giorno dopo giorno
in coltri soffici per sopravvivere all’eterno inverno
seppellendo tra i ghiacci
il suo essere fanciulla
 
 

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