Ha pareti trasparenti la mia stanza
non ha tetto ne pavimento,
solo un grande tappeto erboso,
piccoli sgabelli messi in circolo
e ceste colorate posate qua e là
Nella verde ci ho messo libri ed infinite parole
in quella azzurra arcobaleni di colori e pennelli
dalla rossa spuntano fotografie un po' sbiadite dalla storia
nella gialla fiori cuori e bottoni, chissà cosa ci farò…
Aspetto lì la luce al mattino
e la sua promessa perenne di novità,
così come attendo la sera,
riponendo con cura
quella che più non sarò
Ha una bella finestra la mia stanza,
è sempre aperta, seguo lo scorrere del tempo
tra i rami dell’albero amico poco più in là
tra i rami dell’albero amico poco più in là
che si lascia solo spettinare dal vento,
perché solido e saggio, come non sarò mai
Ha tende celesti e leggere la finestra della mia stanza,
come vele gonfie che portano via crucci e tormenti
ed invitano al viaggio, su vie mai tracciate
con zaini leggeri e occhi aperti a scrutare
gli orizzonti sconfinati
Dolci note aleggiano tra le sue pareti
un tintinnio di conchiglie richiama il mare
antichi canti, melodie che fan vibrare,
ninnananne e girotondi, canti di bimbi
che l’abiteranno domani, oppure solo nei sogni
C’è profumo di gelsomino nella mia stanza
di cioccolato e mandarino,
ci sono parole belle e pensieri coraggiosi
mani unite, braccia che incorniciano…
la mia stanza non c’è, se non dentro di me
(fotografia di Rosa Zambonardi)