Un’immagine, una
manciata di parole
e il pensiero torna
laggiùa vecchie favole, di cavalieri e fanciulle,
di fiori, maschere, profumi e armature
Vorresti che quel
pensiero diventasse solido,
non per trattenerlo,
ma per afferrarlo e scagliarlo lontano con tutta la tua forza
Invece, senza sapere come, diviene balsamo,
e ti lasci scivolare, ti concedi, ti abbandoni
Guardi le nuvole gonfie
all’orizzonte, ne gusti
la bellezza, mentre l’odore
di terra bagnata penetra nella pelle e disseta ogni parte di te,
che non vuoi dare un nome a quel nettare
Spalanchi gli occhi, pungono lacrime
resisti non vuoi cadere nella trappola,
e pur sconfinatamente assetata
ti aggrappi alla lenta e inutile
consapevolezza... dell'appassire
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