la cravatta rosa




Stamattina mi chiedevo, mentre guidavo nel mio solito viaggio sul lago, come mai ricordo così frequentemente le date?

E’ come se nella mia mente ci fosse una sorta di almanacco delle ricorrenze, non c’è differenza tra quelle belle e quelle brutte

Ci sono delle ricorrenze, punto.

E scava scava, mi è arrivata l’immagine del mio nonno paterno, Giovanni

Ero bambina e lui “celebrava” le sue date con una sorta di rituale, di ripasso della sua storia, mi piaceva ascoltarlo, ricordo che spesso il mese era febbraio, densissimo per lui di avvenimenti, scandiva le date e gli anni, un mix di gioie e dolori, avanti e indietro nella sua vita... la partenza per la guerra, il compleanno della moglie e la data della sua inaspettata morte...

Forse ho preso da lui, ripasso le date... o forse sto invecchiando e faccio semplicemente come fanno tante persone anziane...


Ma a parte questo preambolo veniamo alla “Storia della cravatta rosa”

Oggi è il 13/10 una data che collego a “Noi”…

Avevi la cravatta rosa l’ultimo giorno che Ti ho visto, ecco svelato l’enigma

Non era un bel giorno, la circostanza non era delle più “serene”, diciamo così…

Non mi hai salutata, non hai salutato in realtà nessuno della “delegazione” intervenuta nella Tua azienda

E tutti al rientro a chiedersi e a torturare me, chiedendomi “perché non ci ha salutati?”

Ricordo che ho risposto solo “Avrà avuto i suoi buoni motivi!” e loro a insistere, per cercare di “fomentare” risposte più “impertinenti” da parte mia


E io silenziosa che volevo solo guardare oltre e attraverso ogni gesto, ogni cosa e ogni parola

Era faticoso dovevo sopportare le parole martellanti degli altri, dovevo consolare il mio triste cuore, trovare risposte e conforto nel buio, nel silenzio, nel nulla, ma ecco che invece di lasciarmi sprofondare, mi sono aggrappata a quella cravatta rosa


Era un messaggio per me


Ogni volta che penso a quel giorno, non penso alla fatica, alle incomprensioni agli eventi successivi, penso solo a quel nastro rosa che Ti “abbracciava”, il bisogno inconfessato di un abbraccio, un messaggio celato agli occhi di molti, ma evidente per pochi, per chi guarda con gli occhi del cuore

non era di un colore qualsiasi, era rosa come il mio nome


ci sono persone che non lasciano  nulla al caso

la cura dei dettagli guida ogni gesto, ogni scelta

io vedevo le Tue mani scegliere tra tanti, un capo unico per una giornata che sapevi “particolare” e finalmente trovavo un po’ di pace, di serenità per Noi fuori dagli schemi, dagli occhi indiscreti, Noi fuori tempo inseparabili



forse mi sono inventata tutto

ma io “festeggio” ancora il “Giorno della cravatta rosa” e sono felice di avere condiviso la sua storia oggi, con Te